3 luglio 2014

Monica Murphy
Dammi un'altra possibilità

Serie One Week Girlfriend 2
Titolo originale Second Chance Boyfriend

Trama
Newton & Compton
pag. 320 | € 9,90
Drew ha rotto con Fable, l’unica ragazza che abbia davvero amato. Nonostante lei lo abbia implorato di non farlo, l’ha abbandonata con un enigmatico messaggio ed è fuggito via, chiudendosi al mondo, rintanandosi nella sua solitudine e nella sua tristezza. Fable vuole dimenticare il ragazzo bellissimo e problematico che le ha spezzato il cuore. La vita va avanti, e lei deve pensare a se stessa e al suo amato fratellino. Ma quando un giorno per caso si incontreranno di nuovo, basterà uno sguardo per capire che non possono vivere l’uno senza l’altro, e che il loro amore merita un’altra possibilità, perché è destinato a durare per sempre.






Commento
Esattamente come per il primo titolo di questa serie, Dammi un'altra possibilità si prende tre cuoricini e si lascia dietro un vago senso di delusione. Arrivata a questo punto, però, mi sento abbastanza sicura che la colpa (passatemi il termine) sia tutta dell'autrice. Detta così sembra una fesseria ma, se ci pensate bene, molto spesso un romanzo non piace perché qualcosa nella storia non ci è andata a genio: personaggi, scene, episodi che sono sì usciti dalla mente dell'autrice ma che seguono un filo logico autonomo che, a volte, non si riesce a modificare. Ci sono volte, invece, che è l'uso delle parole, lo stile, la sensazione generale che viene trasmessa a non raggiungere il lettore e a non rendere completa la storia.
Ebbene la Murphy, per me, è un'autrice che non è riuscita a dare il 100% con questi personaggi, con questi due romanzi e, più in generale, con la storia.
Il primo romanzo si era chiuso con la fine della breve e intensa relazione tra Drew e Fable e con l'allontanamento volontario di Drew per cercare di risanare il suo passato e riprendere in mano le redini della sua vita. Dammi un'altra possibilità è un titolo azzeccatissimo per il seguito perché si basa principalmente sulla presa di coscienza di Drew (del tipo 'ops, ho fatto la cavolata del secolo') di aver compiuto degli errori, sulla sua volontà di smettere di scappare dal passato e sulla difficile decisione di intraprendere un percorso di guarigione. Drew mi era piaciuto molto nel primo romanzo, lo avevo trovato oscuro ma onesto e ne ho avuto la conferma: rimane fedele a se stesso ma compie lo sforzo di migliorarsi, di porre rimedio ai suoi errori e non si nasconde più. L'autrice, però, non ha dato una lettura del personaggio che potesse integrarlo, migliorarlo e arricchirlo: si rimane sempre sulla superficie, non si scende veramente a fondo nel cuore del personaggio. Bisogna accontentarsi di ciò che la Murphy scrive di lui e non aspettarsi niente di diverso. Non aiuta poi che in certi momenti Drew si trasformi in un piagnone lamentoso che continua a sbattere la testa contro gli stessi problemi, nonostante abbia tutti gli strumenti per superarli.
La stessa cosa è successa per Fable: per quanto mi piaccia e trovi che sia un personaggio diverso dalle solite ragazze del NA, non c'è stato un cambiamento, né una crescita vera e propria. Così com'era nel primo romanzo - realista, matura, responsabile - così è nel secondo; come era innamorata di Drew e pronta a tutto per convincerlo a stare con lei - perché abbastanza intelligente da capire i suoi limiti e i suoi problemi - tanto lo è in Dammi un'altra possibilità. Eppure un difetto si riesce a trovare anche in Fable: la sua resistenza a Drew è praticamente inesistente, ridicola quasi, e non offre nessuno spunto per una tensione emotiva degna di questo genere. Quello che dovrebbe essere il fulcro del contrasto, ciò che dovrebbe emozionare e creare ansia e felicità si risolve in un modo approssimato e frettoloso, senza approfondimento: due righe e tutto è dimenticato, si ritorna alla coppia felice.
Per quanto riguarda la trama rimaniamo sullo stesso tipo del primo romanzo, come evoluzione della storia - ovviamente - e conclusione di quello che è il grossissimo elefante psicopatico nella stanza. Ho trovato più interessante il rapporto tra Fable e il fratello rispetto al prevedibile elemento di disturbo Colin che svanisce in men che non si dica.
E' forse lo stile della Murphy, le parole che usa e il modo in cui le accosta a non lasciare il segno, a non entrare sotto pelle. In entrambi i romanzi, e in questo in modo particolare, ho avuto l'impressione di trovarmi di fronte ad un lavoro superficiale, senza struttura e volontariamente frettoloso. E' con Dammi un'altra possibilità, però, che ho pensato più volte che l'autrice avesse un tono e uno stile troppo infantile per la storia e per i personaggi e che non sia stata in grado di rendere giustizia ad una trama e a due protagonisti con un grandissimo potenziale.
Immagino che la prova del nove sia il terzo libro della serie. Se anche con quello avrò lo stesso problema sarà inevitabile un distacco dalla Murphy.

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