9 ottobre 2014

Jessica Sorensen
Con te sarà per sempre

Serie The Coincidence 2
Titolo originale The Redemption of Callie and Kayden

Trama
Newton & Compton
pag. 348 | € 9,90
Il terribile segreto che Kayden ha tenuto nascosto per anni è finalmente venuto a galla. Ora dovrà affrontare il processo, e soltanto Callie potrà aiutarlo a dimostrare la sua innocenza.
Callie sa che è arrivato il momento di confessare tutto, anche se questo significa scontrarsi con le sue più grandi ossessioni e rivelare i dolorosi segreti del passato…
La paura di rompere il silenzio la terrorizza, ma non quanto quella di perdere per sempre Kayden. Ora dovrà fare appello a tutto il suo coraggio e farsi avanti prima che sia troppo tardi. Prima che lui, per proteggerla, torni per sempre nel silenzio e nell’oscurità...
Lo guardo negli occhi e lui guarda nei miei e mi chiedo se magari non sia stata una coincidenza a portarmi da lui quella notte. Forse è stato il destino a guidarmi lì, per poterlo salvare ed essere salvata da lui, perché potesse condurci a questo momento, in cui siamo entrambi totalmente appagati, liberi e felici di essere vivi.

Commento
Io e Jessica abbiamo un rapporto fatto di alti e bassi, di romanzi belli e di romanzi...meno belli.
Non andiamo sempre d'accordo e per questo tendo a prendere in mano i suoi romanzi con diffidenza. Ogni volta mi chiedo sarà la volta buona? preoccupata di rimanere invischiata in una lettura che non mi appassiona. La trilogia delle Coincidenze è - per me - iniziata benino. Il primo romanzo non mi aveva fatta impazzire però i protagonisti e la storia mi erano piaciuti, e la fine mi aveva lasciata con il fiato sospeso.
Inutile dire che aspettavo il seguito con una certa curiosità. Alla fine il voto è lo stesso per entrambi i romanzi e non nascondo che avrei preferito darne uno più alto.
Alla fine di Con te sarà diverso avevamo lasciato Kayden in fin di vita, in bilico sul baratro della disperazione. Per lui, più che per Callie, mi aspettavo un romanzo di rinascita e un approfondimento viscerale che permettesse di entrare nella sua testa e vivere la vicenda con lui, capirne i meccanismi e seguire la sue evoluzione. Callie, del resto, ha avuto la sua occasione nel primo romanzo ed è arrivata ad un punto in cui basta un ultimo step per passare dalla categoria tortured a quella di happy.
Quello che ho trovato in questo romanzo è stato troppo inconsistente per poter soddisfare appieno le mie aspettative. Callie, tanto per iniziare, poteva uscire dalla sua situazione di stallo emotivo in qualsiasi momento eppure si è ostinata a non fare quel salto che, per me, doveva accadere già molto tempo fa. Le ho concesso il beneficio del dubbio e - in un certo senso - la scelta dell'autrice di mantenerla fossilizzata nelle sue paure ha un senso, anche se solo per una parte del romanzo.
Quando dovrebbe essere forte per Kayden, Callie ricade nel ruolo della vittima, con trasporto e una buona dose di vittimismo; quando dovrebbe prendere in mano la situazione ricalca il comportamento che aveva nel primo libro, senza scostarsi dal ruolo di vittima. Mi aspettavo - forse a torto - che il personaggio di Callie avesse ormai raccimolato coraggio a sufficienza per diventare più forte e in modo costante, invece così ha dei momenti di cazzutaggine pura - in cui tifavo apertamente per lei - alternati a momenti di vittimismo acuto. Non so, mi aspettavo qualcosa di più per lei.
Kayden, invece, mi ha lasciata perplessa perché mi ha delusa ma, allo stesso tempo, non ne ha nessuna colpa. E' come se fosse un burattino manovrato male, compie i movimenti giusti ma non sono perfetti, né coordinati. Ciò che più ha fatto sentire la sua mancanza è il background: di lui sappiamo quello che prova adesso, i sentimenti di paura e vergogna, il suo sentirsi completamente perso e senza riferimenti. Quello che manca è il principio, l'inizio di quel meccanismo di silenzio e sopportazione che - senza la dovuta contestualizzazione - rimane in sospeso e fatica a trovare la continuità con il Kayden di adesso. Però è un personaggio talmente fragile che non me la sono sentita di stroncarlo, anzi ho provato una sorta di tenerezza nei suoi confronti. Del resto ci si mette un attimo ad usare l'immaginazione per riempire le lacune lasciate dalla Sorensen.
Fedelissima al suo stile, la Sorensen oscilla tra scene drammatiche di violenza e di sofferenza e scene di una sensualità esplicita, infilata tra un esaurimento e l'altro come un toccasana vagamente malsano. Il modo di scrivere della Sorensen, fatto di estremi, schietto e senza virtuosismi, non mi dispiace affatto perché permette di superare senza traumi le parti poco coinvolgenti o gli ostacoli di una trama a volte un po' troppo debole per i temi trattati.
Va benissimo così, la Sorensen riesce ad azzeccare la cosa più importante in un romanzo - le voci dei suoi personaggi - e, difetti a parte, rimane comunque un'autrice di New Adult che si legge volentieri e che non ha ancora prodotto un romanzo mediocre, brutto o scritto male.

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