12 settembre 2016

Brittany C. Cherry
L'amore arriva sempre al momento sbagliato

Titolo originale Loving Mr. Daniels

Trama

Newton & Compton
pag. 314 | € 9,90
Ashlyn Jennings è una studentessa modello. Ama follemente leggere, soprattutto i drammi di Shakespeare, dentro i quali, spesso, cerca risposte alle domande che la vita le pone. E adesso di punti interrogativi ne ha molti, dato che ha appena perso sua sorella gemella e, come se non fosse abbastanza, sua madre è caduta in una grave depressione. Ashlyn deve andare a vivere con suo padre e la sua nuova famiglia nel Wisconsin. La devasta anche solo l’idea di trascorrere l’ultimo anno di scuola lontana dai compagni di classe, ma non può che fare le valigie. In viaggio verso la sua nuova casa incontra per caso Daniel Daniels, un uomo distrutto. Lui ha subìto due grandi perdite nella sua vita e sta cercando di rimettersi in sesto. Pensa a tutto meno che a trovare l’amore, ma l’incontro con Ashlyn è qualcosa che va oltre le semplici leggi della chimica. Entrambi cercano di dimenticare quello che hanno provato quel giorno, finché non si “scontrano” a scuola, dove essere allieva e professore non facilita affatto le cose.
Quel giorno Daniel sedeva con la schiena contro il tavolinetto del salotto e leggeva per me mentre io lo guardavo, osservando incantata i movimenti della sua bocca. Osservai con attenzione le sue dita voltare le pagine e i suoi piedi muoversi irrequieti sul tappeto. E piansi. Non per le parole del libro, ma per la speranza ritrovata, per quella irreale e inaspettata occasione di felicità.
Commento
E' da Aprile che avevo questo romanzo nella pila dei TBR. Ci ho messo tre mesi a superare la diffidenza e a leggerlo. Tre mesi.
Del resto, se nella trama si parla di una protagonista femminile appena maggiorenne che si innamora del suo professore di inglese - qui definito uomo - l'unica mia reazione possibile è la fuga. Il rifiuto. Il no, grazie perché le probabilità che una storia del genere mi possa piacere sono poche.
Questa è la dimostrazione che le trame delle copertine, o quelle dei siti di vendita, sono in buona parte imprecise e spacciano per vero qualcosa che non lo è. Quando si parla di romance, cari miei, la precisione in fatto di età è d'obbligo: per chi, come me, rifugge le storie tra uomini e ragazzine (non ho mai nemmeno letto Lolita), stia sereno perché la differenza d'età tra i due protagonisti è di due anni.
Il fatto che ci abbia messo così tanto e che sia partita prevenuta - lo ammetto candidamente - non ha influenzato negativamente il voto e, anzi, cambiare parere durante la lettura è stato decisamente facile.
Quindi, chiarito il punto più critico, il resto del romanzo è classificabile come uno New Adult con una dose relativamente giusta di sesso e con uno stile che, soprattutto nella prima parte del libro, assomiglia un po' alla trilogia di Rebecca Donovan.
Sarà semplice immaginare come, proprio per questa somiglianza, il mio entusiasmo e il mio coinvolgimento alla storia sia schizzate alle stelle in pochissime pagine. Non ho mai sentito parlare di Brittany Cherry ma sono sicura di una cosa e cioè che scrive bene. Oddio, non è niente di eccelso, per carità, ma ha saputo rendere bene e con i dovuti tempi una situazione che è decisiva per capire e apprezzare la storia. La seconda parte, invece, quando ormai la coppie è bella che formata, il mio livello di attenzione è calato un pochino ma solo perché ho sentito che si era persa per strada la drammaticità iniziale per dare più spazio ad un romanticismo di buon gusto ma poco incisivo.
Lo stile, quindi, è l'elemento che ha distinto il romanzo e che lo ha salvato subito dalla mia selezione: è coerente alla storia, non ha fretta di buttarsi alle spalle le parti più brutte per fiondarsi verso la relazione, non c'è un uso di termini espliciti o volgari, il sesso non la fa da padrone (anche se, verso la fine, non si distingue per la timidezza) e lo sviluppo dell'amore tra i due personaggi non è improvviso e scollegato. Insomma, dal punto di vista della sostanza, L'amore arriva sempre al momento sbagliato è un'ottima lettura NA che sa commuovere e coinvolgere nelle giusti dosi (anche se io, come sempre, preferisco gli estremi totali) ma che non è nemmeno troppo impegnativo.
Il che è assurdo se pensiamo alla base dalla quale si sviluppa tutta la storia: il lutto, la perdita, la morte, la solitudine. Insomma, nonostante non ci sia nulla di leggero e di semplice, la storia di legge discretamente bene e non ha punti morti che lo rovinano.
E quindi veniamo alla storia dura e pura. Ashlyn è una giovane che ha perso in fretta le due cose a cui teneva di più: la sorella gemella e la quotidianità. La madre l'ha rifiutata e l'ha spedita dal padre che nemmeno la conosce e ed è comprensibilmente spaventata: ha perso tutto e non vede come cambiare città e famiglia possa aiutarla a superare il dolore. Ma, praticamente subito, incontra un ragazzo che illumina la sua giornata come un faro e al quale si affeziona troppo in fretta.
E' Daniel, un giovane che ama Shakespeare tanto quanto lei, un musicista che suona canzoni che le toccano il cuore e che, al primo giorno di scuola, risulta essere il suo professore di inglese. I due, però, sono decisi a continuare la loro relazione prendendo le dovute precauzioni: non hanno la benché minima intenzione di rinunciare all'unica cosa che solleva la cappa di tristezza che opprimeva entrambi. Non sto ad entrare nel dettaglio, è inutile e senza senso, ma mi limiterò a fare una piccola osservazione: la storia tra Ashlyn e Daniel è un'ottima base, ma anche il contorno è particolarmente riuscito. In particolare il personaggio di Ryan è quello che mi è piaciuto di più ma non ho - con tutta la buona volontà - capito perché la Cherry abbia deciso di sviluppare la sua storia in quel modo. Non bastava già la dose di dramma che aveva inserito nel romanzo? Doveva per forza calcare la mano in quel modo? A mio avviso, quella di Ryan è una storyline sprecata e mal gestita che ha contribuito a rovinare un po' l'equilibrio che il romanzo aveva trovato. 
Allo stesso modo, dalla parte di Daniel, la questione legata al fratello criminale è stata usata un po' come tappabuchi all'occorrenza di un movente per movimentare le acque: anche qui, che bisogno c'era di appesantire il bagaglio d Daniel, già di per sé impegnativo e drammatico?
A parte questi due aspetti, in generale il romanzo è veramente piacevole e mi ha costretta fin da subito a cancellare il timore (e il pregiudizio) che non mi sarebbe piaciuto.
Beh, non è andata così e ne sono felice perché avevo proprio bisogno di trovare un romance NA che non assomigliasse a quelli che stanno uscendo ultimamente e che sono - in linea di massima - così simili da essere dimenticabili.

1 commento:

The Ink Spell ha detto...

Va da sé che io sono innamorata di questo libro, concordo comunque sulla parte di Ryan: l'ho trovata decisamente superflua e mal gestista.