12 giugno 2017

Virginia De Winter
La Spia del Mare

Trama
Mondadori
pag. 408 | € 19,00
Venezia, 1741.
Cordelia Sheffield è una spia inglese, bella, intelligente e letale. Cassandra Giustinian invece è una nobile veneziana dalla grazia incantevole, colpita da una misteriosa malattia. Nessuno sa che sono gemelle, che dividono un'unica vita e l'amore per lo stesso uomo: lo splendido Cassian d'Armer, una spia del Doge, tormentato da un passato di guerra e violenza. Quando gli Inquisitori della Serenissima allungheranno le loro ombre sui segreti dei Giustinian, Cassian rischierà ogni cosa per salvare dalla morte la donna che ama. La lotta lo legherà fatalmente a tre uomini: un nobile francese fuggito dalla Corte di Versailles, un pari di Spagna in esilio volontario e un giovane abate, Giacomo Casanova, perfetto spadaccino e donnaiolo impenitente che li guiderà attraverso le calli e i balli fastosi, nella frenesia del meraviglioso carnevale veneziano. Agenti segreti e alchimisti, crudeli assassini coi volti della Commedia dell'Arte convergono nella Serenissima e danno avvio a un pericoloso gioco di spie, alla ricerca di un mistero sepolto sul fondo della laguna, dove una fanciulla dorme in una bara di cristallo, custode di un segreto che potrebbe far vacillare l'esistenza stessa della Repubblica di Venezia.
Le acque della laguna si chiusero sopra i suoi occhi aperti e cessò di esistere.
Commento
Quasi mai mi capita di organizzare le letture in base a ciò che ho programmato nella mia quotidianità, come attività, esperienze o viaggi. Per questa volta, però, ho deciso di leggere un romanzo ambientato in una città che avrei visitato, e la fortuna di avere per le mani La Spia del Mare e poter decidere di leggerlo neanche un mese prima del mio week end a Venezia mi ha proprio soddisfatta.
Ho sentito che quello era il momento giusto per leggerlo, che avevo la giusta impostazione mentale ed ero persino nel luogo perfetto perché sono riuscita a finirlo mentre ero alla casa al mare che, guarda caso, è a pochi chilometri da Venezia.
C'è stata una congiunzione astrale che ha reso la lettura di questo romanzo assolutamente perfetta.
Certo, devo dire che portarsi in spiaggia un libro del genere quando sei incremata e tuo nipote ti lancia la sabbia addosso non è proprio il massimo, ancora oggi se lo apro la sabbia scappa via dalle pagine e la rilegatura ha le mie impronte di crema solare. Però me lo sono goduto. Mi sono spupazzata la mia copia senza pensare alle orecchie, alle sbucciature, alle macchie, l'ho proprio spolpato con amore. Ora, naturalmente, lo sto ripulendo perché non posso vivere se so che un libro, sotto la copertina, è sporco lurido. Ma questo è un altro discorso.
Veniamo al voto. Ci ho pensato un secondo, mentre ero spalmata sul lettino e mi mangiavo il Cremino. Ho pensato cinque saranno troppi? Quattro e mezzo sono onesti, ma lo struggimento è stato forte. Okey cinque. Voto alto perché tra pesantoni ci si intende, perché two pesantoni is megl che uan, perché gli altri personaggi sono nel mio cuoricino ma Cassian, Cassian oh il mio povero cuore.
Ecco, quando io parlo di struggimento, intendo questo tipo di struggimento.
La sua espressione cambiò, di nuovo la rabbia si alternò al tormento. Sollevò una mano e arrestò le dita a un soffio da una macchia al di sopra della trina della scollatura, la fissò con un'intensità bruciante e dopo gettò un'occhiata a James che si stava rialzando, ingaro di ciò che aveva scatenato.
"Per quante volte" disse, a voce bassa, "per quante volte mi strapperete di nuovo il cuore dal petto e lo getterete all'inferno?"
Per una volta non farò la solita sbrodolata su quanto adori lo stile di Virginia e su quanto mi siano piaciuti tutti i suoi romanzi. No, questa volta farò il contrario e dirò che all'inizio ero scettica. Temevo che il tema della storia andasse a schiantarsi contro il mio non gradire romanzi su spie, spionaggio e simili, temevo che nemmeno la bravura di Virginia potesse distrarmi dalla parola spia, temevo che l'insieme dei suoi elementi distintivi mi rimanesse indigesto.
Invece no, nemmeno per una volta ho avuto i brividi di fronte alle attività di Cordelia, e non ho sofferto per l'argomento perché tutto funziona, perché i personaggi sono più che semplici spie e perché questa non è una semplice storia di spionaggio. Certo, sono quello che sono e fanno quello che fanno, ma tutto è immerso in un'atmosfera sontuosa e misteriosa che dopo un po' non ho più prestato attenzione a ciò che normalmente non mi sarebbe piaciuto, perché tutto il contorno ne aveva cambiato la natura, in un certo senso.
Ed è qui che ci si rende conto che c'è molto altro sotto al primo strato di romanzo storico con spie, è qui che ti fermi un secondo e pensi ma forse che...e sì, ti arriva la conferma più avanti e gioisci come una pazza perché è questo che vuoi, è questo che trasforma la lettura ed è questo che ha cambiato la mia percezione dello spinoso soggetto.
Virginia insinua l'elemento paranormale quando meno lo si aspetta, quando mi ero ormai adagiata sul genere storico, quando la densità di contenuto, la precisione tecnica e storica mi avevano impressionata fino al mutismo, ecco allora che il carico aumenta e la goduria altrettanto, trasformando la narrazione in un tripudio di opulenza storica e di avventura all'ennesima potenza.
Quello che normalmente mi avrebbe fatto storcere il naso qui mi ha incollata alle pagine, mi ha convinta che è bastato trovare un autore capace di toccarti il cuoricino e non c'è niente che possa non piacerti.
Infatti la protagonista, Cordelia, spia dall'identità segreta e leggendaria nel suo ambiente con il nome di Belladonna, è un personaggio che va al di là del primo impatto, e non si limita ad essere una spia. Cordelia è tante cose, è un'assassina, una spia, una funambola in grado di scappare tra le calli senza lasciare traccia, è un'attrice capace di ingannare tutti, è una sorella, una figlia, lasciata indietro e quasi dimenticata ed è un'arma al servizio di un bene più grande. Mi è piaciuta tanto, mi è piaciuto che di lei non rimanesse solo l'arroganza e la pericolosità della spia ma che, con l'evolversi della storia e man mano che interagiva sempre di più con gli altri personaggi, affiorasse il lato normale di Cordelia, con le sue paure e i suoi sentimenti. Ovvio che non si poteva una protagonista del genere ad una controparte maschile che non fosse in grado di tenerle testa. Ecco che Cassian entra in scena come il promesso sposo e man mano che viene invischiato alla storia si spoglia delle bugie e diventa il Nadir (oddio, quanti ricordi, avevo una cotta per un ragazzo di nome Nadir quando ero ragazzina), capace di tenere testa alla Belladonna e di essere suo pari per astuzia e coraggio.
Cordelia e Cassian sono i due protagonisti. Sono due testoni, indipendenti, con un carattere forte, abituati ad essere così e così soltanto e se non ti sta bene addio, ciao, arrangiati. Sono due personaggi che reggono la storia da soli senza problemi, ma che hanno per forza bisogno dei secondari per esprimere lati che altrimenti rimarrebbero in ombra. Così Cordelia ha bisogno di Cassandra per accettare di provare affetto, ha bisogno di Cassian per assaporare sensazioni che si era sempre vietata di provare, e Cassian ha bisogno della gentilezza di Cassandra per scoprire che non è poi così malvagio, ha bisogno dell'ambiguità e della forza di Cordelia per uscire dal buio e dalla disperazione, e ha bisogno dei suoi amici diversi l'uno dall'altro come sono per ritrovare fiducia negli altri, in se stesso e avere sostegno come mai ne aveva avuto.
Naturalmente Cordelia e Cassian sono due colossi, sono due personaggi come solo Virginia sa creare, potenti, intensi, complessi, pieni di segreti ma aperti al lettore, non lasciano niente indietro, raccontano tutto, così che pure tu ti struggi d'amore e di paura pur seguendo una trama che - finalmente - è intricata e misteriosa ma di facile comprensione.
Chi ha letto la serie Black Friars sa quanto Virginia sia in grado di rendere tutto assolutamente oscuro e fumoso, quanto ti possa lasciare al buio senza farti capire un accidente. Ma qui niente è tenuto nascosto, tutto viene spiegato, persino il più piccolo dettaglio è su carta per essere assorbito, finché ogni colpo di scena, ogni nuova scoperta, ogni singolo elemento sono tessere di un puzzle che il lettore può comporre da solo senza sentirsi un perfetto imbecille e senza arrivare alla fine con un grosso punto di domanda in testa.
La trama è un insieme perfettamente bilanciato di storia, avventura e paranormale (o magico? o fantasy? non so come definirlo) e si rafforza con il lavoro di fino di ricerca che si intuisce in sotterranea, un continuo dare nozioni, descrizioni precise e nomi che solamente con un lavoro certosino si poteva raggiungere. Ma c'è un altro elemento che rende questo romanzo assolutamente perfetto: l'ambientazione. Venezia è sì la città dove la storia si svolge, ma è anche un personaggio a se stante, silenzioso ma determinante senza il quale probabilmente la magia di questa storia sarebbe stata smorzata.
Venezia è una città pericolosa dove ambientare un romanzo, può essere magnifica, può essere parte integrante e determinante della storia, oppure può diventare uno sfondo ridotto a pochi scorci da cartolina, una rappresentazione cheap e grossolana della città, facendo franare rovinosamente il romanzo nella categoria ci hai provato, non ci sei riuscito.
La Spia del Mare, però, è una mappa alternativa della città, è una visione di cunicoli, viuzze, corti, calli sconosciute, di palazzi, approdi e piazze per chi Venezia la vede in modo diverso, una Venezia più oscura e segreta e tremendamente affascinante. Tutto, di questa Venezia, attira il lettore perché è una protagonista indiretta della trama, senza di lei niente e nessuno sarebbero stati lo stesso, ed è una città che si è gentilmente prestata ad un romanzo che la trasforma in una sua versione magica, oscura, misteriosa, una Venezia fantastica che è un po' vera e un po' camuffata, proprio come i suoi protagonisti.
Ammetto che la mia idea iniziale di prendere appunti per visitare angolini della città presenti nel romanzo è svanita praticamente subito: non potevo staccarmi dalla lettura, tanto meno perdere tempo per cercare carta e penna, e figuriamoci se ho trovato accettabile perdere il filo della narrazione o bloccarmi durante una scena particolarmente appassionante o emozionante. Vorrà dire che dovrò riprenderlo in mano, prima di partire, e almeno segnarmi qualche posticino da visitare sognando un po' ad occhi aperti.

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