20 luglio 2017

Jennifer L. Armentrout
The Problem with Forever

Trama
Mira | pag. 480| € 8,60

Growing up, Mallory Dodge learned that the best way to survive was to say nothing. And even though it’s been four years since her nightmare ended, she’s beginning to worry that the fear that holds her back will last a lifetime. Now, after years of homeschooling, Mallory must face a new milestone—spending her senior year at a public high school. But she never imagined she’d run into Rider Stark, the friend and protector she hasn’t seen since childhood, on her very first day. It doesn’t take long for Mallory to realize that the connection she shared with Rider never really faded. Yet soon it becomes apparent that she’s not the only one grappling with lingering scars from the past. And as she watches Rider’s life spiral out of control, Mallory must make a choice between staying silent and speaking out—for the people she loves, the life she wants and the truths that need to be heard.

Forever was something we all took for granted,
but the problem with forever was that it really didn't exist.
Commento
Quando ho fatto il preorder di questo romanzo, ormai molti mesi fa, non sapevo nemmeno che la copertina fosse così bella e che rispecchiasse in modo così preciso uno dei tratti distintivi della storia. Si tende sempre a sottovalutare la potenza delle copertine, ma un buon accostamento di colori, quando è coerente al contenuto, così come la scelta discreta di immagini di persone, è un fattore decisivo sia nell'acquisto, sia nel giudizio generale. Quando mi è arrivato non sapevo che Nord lo avrebbe pubblicato, e probabilmente se lo avessi saputo avrei aspettato la loro edizione ma, quando ho visto la loro copertina sono stata molto contenta di aver preso l'edizione originale. Non c'è storia, vince a mani basse, e non lo dico per parlare male di Nord, per carità, ma perché questi schizzi di colore hanno un significato e poter avere un riscontro visivo di ciò che stai leggendo è emozionante.
Era da molto tempo che non mi accostavo ad un romanzo young adult e onestamente non ne sentivo nemmeno la necessità. A volte mi prende la smania di tornare indietro nel tempo - quando l'età adulta mi causa stress - e solo una buona storia YA riesce a sollevarmi il morale, eppure ho notato che quando non ho particolare bisogno di questo genere e ne leggo uno lo stesso è molto difficile che io rimanga delusa o che dia un voto sfacciatamente negativo.
Poi, diciamocelo, avere per le mani un romanzo della Armentrout è un po' una giocata vinta in partenza, perché lei è veramente brava in quello che fa ed è brava nel costruire delle storie di giovani con quel lato romantico dolce amaro che la rende così speciale tra tutte le sue colleghe.
Quindi, anche se l'edizione morbidina e colorata ha soddisfatto l'occhio e il nome della Armentrout ha influenzato il cuore, la storia mi è piaciuta molto ma solo fino ad un certo punto, ed è per questo che il mio voto è un tre e mezzo pieno e abbondante.
L'argomento di base di questa storia è legato al problema del sistema di accoglienza e di affido di bambini e ragazzi orfani o abbandonati, un sistema che spesso funziona bene ma quando funziona male trasforma la realtà di poveri bambini nell'Inferno in Terra. E' una realtà purtroppo diffusa ed è anche una fabbrica di disagio fortissimo: alcuni di questi bambini subiscono violenze di ogni tipo, da quelle fisiche a quelle psicologiche, e molti crescono patendo la mancanza di amore, di sostegno, di rispetto, e si convincono di essere delle nullità, di non valere niente e di non avere futuro.
E' il caso di Mallory e di Rider, entrambi creature del sistema ed entrambi segnati in modi diversi dagli abusi subiti da bambini. I due erano in affido ad una famiglia - se così si può definire - uscita dagli incubi: una donna dipendente dall'alcool e indifferente ai loro bisogni, e un uomo che più che picchiarli ed esporli a pericoli di ogni genere non ha fatto. L'unico aspetto positivo in questa situazione era che Mallory e Rider sono cresciuti insieme e si sono uniti in un'alleanza indissolubile fatta di aiuto reciproco e di affetto. Ma come si può immaginare, alla fine i due bambini vengono divisi e, ormai adolescenti, prendono strade completamente separate perdendo i contatti.
Da una parte c'è Mallory, adottata da una coppia di dottori che le vogliono bene come fosse figlia loro e l'aiutano a lottare contro il suo mutismo, uno dei sintomi del suo PTSD, sostenendola nei suoi piccoli passi e aiutandola a gestire una realtà che la mette in difficoltà per ogni cosa. Dall'altra parte c'è Rider, rimasto un po' ai margini della società e ancora bloccato in quel limbo che non gli permette di mettersi il passato alle spalle e cominciare a costruirsi un futuro.
Proprio durante uno dei momenti cruciali nella nuova vita di Mallory, il primo giorno di scuola pubblica, Rider rientra nella sua vita. Mallory fa fatica ad associare l'immagine del Rider bambino con quella del giovane ragazzo che si trova di fronte: indubbiamente bello, indubbiamente popolare, indubbiamente un bad boy, ma sotto quello strato nuovo e scintillante c'è lo sguardo del vecchio Rider. I due riallacciano subito i rapporti, come se non si fossero mai separati, ma con la consapevolezza che ormai nessuno dei due è più lo stesso e che la percezione che hanno l'uno dell'altra è distorta dall'attrazione, dalla curiosità e dal fascino di vedere una persona amata sotto una luce diversa.
L'elemento vincente di questo romanzo è la sua delicatezza: la Armentrout punta la luce su diversi lati oscuri, oltre a quello del sistema di affido. Ci sono per esempio le difficoltà oggettive del combattere con problemi fisici, Mallory si blocca letteralmente di fronte alle persone e non riesce a parlare, così come i pericoli della vita dei meno fortunati, fatta di spaccio, di delinquenza e di pochi mezzi per starne fuori e sopravvivere. Il legame dei due ragazzi è tenero e per niente estremizzato, entrambi hanno i loro problemi e questi hanno la precedenza su qualsiasi forma di sensualità. Il target YA è rispettato non solo nella storia e nei contenuti, ma soprattutto nella forma: i primi baci e le prime carezze sono inseriti nel contesto dell'amore, dei sentimenti, e di una relazione che punta al per sempre, e non ci sono scene esplicite o gratuitamente piazzate per soddisfare un prurito tutto adulto.
Tutto il romanzo ha questo tono ed è così in sintonia con i protagonisti che non si può sentire la mancanza della versione più grintosa della Armentrout: Mallory è così fragile e desiderosa di superare i suoi problemi da suscitare solo tanto affetto e Rider, per quanto sia innegabilmente un bad boy dal cuore tenerissimo, è pur sempre un ragazzo che ha sofferto tanto e che nella vita ha avuto pochissimo per sé e gli si vuole bene come ad un fratello minore.
Una cosa non mi è piaciuta granché e solo perché secondo me il livello di dramma era già fin troppo pesante: Jayden, e più di questo non dico.
Ora, nonostante sia tutto preciso, ben scritto e dai contenuti forti e ben sviluppati, mi è sembrato che mancasse qualcosa dal punto di vista emotivo. Non ho sentito lo stesso tipo di coinvolgimento che altri romanzi della Armentrout hanno saputo darmi e non mi ha commossa veramente, come se ci fosse un sottofondo di artificiale che mi impediva di lasciarmi prendere dalla storia. Persino adesso che sto scrivendo il commento non sento nessuno slancio emotivo nei confronti di questo romanzo e me ne dispiace tantissimo: mi è piaciuto tanto, ma non mi ha toccata sul serio.
Immagino che sia la maledizione di chi ha troppe aspettative, ti aspetti qualcosa di mindblowing e alla fine è solo una bella storia, un bel romanzo, e due personaggi dolci.
Va bene così, sono sicura che certi livelli di drama li potrò raggiungere in altri modi e in altri contesti, e questo romanzo mi sarà servito per riscoprire il valore di un romanzo YA che sia davvero uno YA.

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