28 agosto 2017

Lauren Owen
The Quick: misteri, vampiri e sale da tè

Titolo originale The Quick

Trama
Fazi | pag. 526 | € 17,50
Inghilterra, fine Ottocento. James e Charlotte sono due fratelli orfani che vivono in una dimora signorile sperduta nella campagna inglese. Una volta cresciuti le loro strade si dividono: James, timido aspirante scrittore, terminati gli studi a Oxford divide l’appartamento in affitto a Londra con un affascinante giovane aristocratico. Grazie alle conoscenze del ragazzo, viene introdotto nei salotti dell’alta società e trova l’amore dove non se lo sarebbe mai aspettato. Poi, improvvisamente, scompare senza lasciare traccia. Preoccupata e determinata a trovarlo, la sorella Charlotte parte per Londra e s’immerge nelle tetre atmosfere della città industriale, dove scopre l’esistenza di un mondo segreto, popolato da personaggi incredibili e loschi che vivono ai margini della città. Un mondo in cui i confini della realtà hanno assunto forme tutte nuove. Per lei si apriranno le imponenti porte di una delle istituzioni più autorevoli e impenetrabili del paese: l’Ægolius club, luogo di ritrovo degli uomini più ambiziosi e pericolosi d’Inghilterra, cupo circolo d’élite che cela mille segreti, uno più terrificante dell’altro: una serie di sorprese che lasceranno il lettore senza fiato fino all’ultima pagina. Nel suo coinvolgente romanzo d’esordio, Lauren Owen ha creato un universo fantastico che risulta allo stesso tempo accattivante e spaventoso, dove la seduzione del gotico si fonde con l’incanto dell’ambientazione vittoriana.

Commento
A guardarlo così, con la sua bella copertina e il titolo interessante, si direbbe un romanzo ricco di avventura e pericolo, un romanzo gotico con tutti i crismi che ti risucchia per giorni interi di lettura lenta e appassionata.
La realtà, come spesso accade, è totalmente opposta perché The Quick di gotico ha solo la cover e la quarta di copertina e tutto il resto è uno strano miscuglio di noia, narrazione prolissa, trama inconcludente e personaggi piatti.
Siccome sono una fortunella assoluta, le pochissime volte che decido di comprare un romanzo pur non conoscendone l'autore questo si rivela essere una delusione cocente, di quelle che mi fanno salire l'acido nello stomaco al pensiero non solo dei soldi spesi ma pure del tempo perso per riuscire a finirlo. Due settimane sono veramente tante, per me, per leggere un romanzo, e questo è un primo evidente segno di quanto la lettura si sia trascinata, di quanto lentamente le pagine scorressero e della noia - la noia! - che è arrivata dopo poche decide di pagine e non se n'è più andata.
La storia è, a grandi linee, questa: due fratelli - dopo interi capitoli sulla loro infanzia - raggiunta la maggiore età vengono divisi, la sorella rimane in campagna a prendersi cura della zia e il fratello parte per Londra per inseguire il suo sogno di diventare scrittore.
Charlotte è una giovane concreta, pratica, un po' campagnola nell'aspetto ma onesta nei sentimenti e si sacrifica senza rancore non avendo nessun grande progetto per la sua vita; James, invece, è infantile, ingenuo, egoista e completamente sprovvisto di buon senso. Si butta nel suo sogno con l'illusione di raggiungere subito la fama e invece si trova bloccato in uno stato di isolamento assoluto e di produzione letteraria mediocre ad essere gentili. A James Londra non piace, è sporca, buia, la gente è ostile e lui non si sente a suo agio con nessuno, nemmeno con se stesso per fare una passeggiata nel parco. La situazione sembra migliorare quando trova un nuovo coinquilino, Christopher, un giovane incontrato anni prima al college che passa le sue giornate a fare baldoria. Per mesi James oscilla tra la voglia di uscire dal guscio e rimanere ancora una volta isolato, poi il suo nuovo amico prende in mano la situazione e i due diventano prima amici e poi amanti.
Vabé, storia omo nella Londra di fine ottocento, ok, va bene, let's move on però perché io mi aspettavo una storia di vampiri e qui siamo già oltre le duecento pagine e non è successo nulla.
Tengo duro e finalmente pare che la storia si muova: il fratello del suo amico sembra una statua di cera ed è come se gli leggesse nella mente perché lo minaccia di morte se non chiude la relazione con il fratello e sparisce dalla circolazione. Una sera i due amici vengono aggrediti e, all'improvviso, Christopher è a terra morto e James si risveglia in una stanza con strane sensazioni che gli attraversano il corpo. Ad aggredirlo è stato un membro del club Aegolius, di cui fa parte anche il fratello dell'amico, e dove tutti i membri sono creature fredde e immobili che si nutrono di sangue.
L'illusione che finalmente la storia si risvegli e che qualcosa di interessante stia per accadere purtroppo dura poco, perché il ritmo si riassesta sulla velocità coma profondo e il niente di fatto ritorna in pista. Passano decine di pagine in cui James testa la sua nuova natura e dove scappa, viene catturato e scappa ancora. L'unica nota positiva è che Charlotte lascia la campagna e viene a cercare il fratello, incappando in un James mostruoso e innaturale e in un Howland - un'altra vittima prescelta del club - mezzo morto che diventerà il suo compagno di avventure.
I due, Charlotte e Howland, incontrano una strana coppia di quelli che si potrebbero definire cacciatori di vampiri, un uomo e una donna che decidono di aiutarli e di proteggerli ma che per una sfortunatissima scelta dell'autrice escono di scena ben prima della parte più movimentata del romanzo.
Il finale, cosa ve lo dico a fare, è un pallido tentativo di dare un tocco di brivido e di pericolo alla trama. La realtà è che tutta la parte dell'assalto al club e della seguente fuga dei tre personaggi principali cerca di risollevare il ritmo della storia concentrando tanti eventi in poco tempo. Purtroppo non funziona perché, dopo la boa delle quattrocento pagine di piattume, una scena ridotta di azione, per quanto possa essere coinvolgente da leggere, non cambia le sorti della lettura.
Tanto più che l'autrice, subito appena chiusa questa parte, ritorna a dilungarsi su scene che non servono a niente e che portano ad un finale veramente brutto.
Mi spiego: il finale deve essere degno di tale ruolo, deve lasciare qualcosa, deve dare un ultimo pizzico di energia prima di dire addio al lettore, invece la Owen spegne il romanzo a suon di banalità, di punti chiave lasciati in sospeso con un overdose di parole inutili. James, ve lo dico subito, non si sa che fine faccia. Sparisce non si sa come, o quando o perché, semplicemente esce dalla storia e su questo il romanzo si chiude.
Il difetto principale di questo romanzo, oltre alla storia piatta e banale, è che ci sono troppe pagine. Ci sono interi capitoli inutili ai fini della trama, noiosissimi da leggere e a volte persino pesanti. I diari di Mould, per esempio, potevano essere riassunti e ristretti invece occupano un sacco di spazio per niente, perché da quei capitoli non si raggiunge nessuna grande conoscenza se non la storia stessa di Mould che di eccitante non ha niente. Stesso problema per l'alternarsi di capitoli stile appendice, come aggiunte enciclopediche nella narrazione che hanno come unico effetto quello di tagliare le gambe al ritmo narrativo, e se poi penso che non aggiungono niente di niente alla storia mi sale il nervoso.
Per carità, l'edizione di Fazi è bellissima e la Owen dal punto di vista tecnico sa scrivere, però il resto è un fallimento. La storia non è gotica neanche se ci si ricama sopra, non c'è una vera trama portante, i pochi eventi interessanti sono soffocati da parole vuote e i personaggi che dovrebbero essere protagonisti sono banali, a volte fastidiosi, non lasciano niente di niente se non delusione.
Onestamente? Non basta saper scrivere bene perché il romanzo risulti appassionante. Ci vuole anche la capacità di dare carattere ai personaggi, rendere coinvolgente la storia, dare tanti elementi perché la lettura non si blocchi, non annoi e non scivoli via senza gloria.
Mi dispiace molto dirlo ma ho buttato via due settimane del mio tempo durante le quali avrei potuto leggere il triplo, invece mi sono ritrovata a voler saltare interi capitoli e a chiedermi quando finalmente sarebbe successo qualcosa.
Non ci siamo, sono molto ma molto delusa e credo che per colpa di The Quick per un po' tornerò alla mia routine di acquisto sicuro.

Nessun commento: